L’Italia celebra la festa della Repubblica “nel segno dell’impegno collettivo per il rilancio del Paese e della ricerca di nuove prospettive di sviluppo e modernizzazione”. Sergio Mattarella, in occasione delle celebrazioni del 75 anniversario della fondazione della Repubblica, ha inviato un messaggio ai prefetti italiani. Poi, in serata, aprendo le celebrazioni al Quirinale e incontrando il corpo diplomatico accreditato in Italia, il Capo dello Stato prima del concerto per il 2 giugno ha detto: “La concezione di un bene comune, più importante di ogni particolarismo, ci ha portato ad essere convintamente parte della Unione Europea, elemento imprescindibile della nostra stessa identità nazionale”. Poi, Mattarella ha ricordato Carla Fracci, “grande figura della cultura italiana” e ha ringraziato il maestro Jakub Hrusa che ha diretto l’orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia nel concerto organizzato nel cortile d’onore del Quirinale.

Il messaggio ai prefetti: “Ora guardiamo al futuro con maggiore fiducia”
“Se ora possiamo guardare con maggiore fiducia al futuro – dice il capo dello Stato – è soprattutto grazie alla ricchezza di risorse che il Paese ha saputo trovare o riscoprire e all’apporto unitario che ciascuno, non senza sacrificio, ha offerto”. Un futuro a cui Mattarella guarda con ottimismo perchè adesso “il Paese è di fronte ad opportunità di ampio respiro, grazie anche alle pianificazioni e agli investimenti a livello europeo”.

“La mia gratitudine va a ciascun cittadino che, con il proprio senso civico e il rispetto delle regole, ha dato il suo personale contributo alla lotta contro il virus. Il mio pensiero, in particolare, è per gli anziani e i giovani, radici e futuro della Nazione, che hanno subito in modo rilevante, nei propri percorsi di vita, l’impatto della crisi”, aggiunge.
Il presidente rha ricordato anche tutti coloro che hanno perso la vita e il carico di sofferenze sopportato dalla collettività. E collega la festa della Repubblica con l’anniversario dell’Unità. “Nell’anno in cui celebriamo anche il centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, – scrive- merita di essere richiamata la prima vocazione del Prefetto, quella di rendere prossimo alle singole comunità lo Stato, che viene ‘rappresentato’, reso presente, nel contesto locale. È un compito di altissima responsabilità, che svolgete a favore dell’unità e della coesione e che vi rende interpreti attenti delle istanze territoriali nonché qualificati interlocutori del sistema delle autonomie e dei cittadini”.
“In questa delicata fase – conclude il capo dello Stato – cruciale è il ruolo svolto dai Prefetti e da quanti esercitano una funzione pubblica, chiamati a sostenere le iniziative promosse per la ripartenza, il cui buon esito dipenderà dal contributo di tutti e dalla complessiva capacità di fare rete delle componenti istituzionali e della società civile”.
Il Capo dello Stato: “Il multilateralismo è la vocazione dell’Italia”
In serata, incontrando al Quirinale il corpo diplomatico accreditato in Italia, Mattarella ha sottolineato che la dimensione del multilateralismo della Repubblica italiana, “radicata nella nostra Costituzione, ha espresso l’autentica vocazione del nostro Paese: contribuire a realizzare un mondo in pace, in cui i diritti della persona e dei popoli trovino piena attuazione, secondo regole assunte dalla comunità internazionale. Si tratta di diritti inalienabili e indivisibili”. Per il Presidente “ogni atto di forza” contro questi diritti “danneggia la causa della pacifica coesistenza e del sereno sviluppo di relazioni basate sul rispetto del diritto internazionale”.